LIMBO - Early Works (1984 - 1987) [2XCD - Spittle Records - 2oo8] Un doppio cd (in custodia cartonata apribile) era il minimo per celebrare degnamente la prima fase di un gruppo seminale come i Limbo, creatura di Gianluca Becuzzi. Alle spalle 12 albums e vari concerti soprattutto fuori da queste quattro mura (Austria, Germania, Svizzera...). Qui per la precisione trovate i loro primi quattro anni di vita, dove oltre a Becuzzi completavano la line up Bruno Farese e Carlo Mallegni. L'immagine di copertina riprende appunto quella della loro prima cassettina, cuore dell'antologia insieme al mini lp 'In Limbo', pubblicato nel Febbraio '86 e già punto di non ritorno per qualunque appassionato di post punk: scricchiolii (ovviamente) sinistri introducono un basso legnoso e una splendida drum machine minimale, stile Big Black giovani. Malefici e beffardi alla maniera dei Virgin Prunes, i nostri allineano quindi brani quali I Hate You, Sense of Sin e Poisoned Kisses: quest'ultima sorta di unione contronatura tra i primi Killing Joke più sintetici e i Japan di Gentlemen take polaroids, benedetta (si fa per dire) da Rozz Williams. Notevole anche nella versione tratta da Still Life, compilation uscita per la fanzine Komakino (no, non era il buon Myskies ad aver scoperto il goth a 7 anni), ottima No Mercy, mentre tra gli inediti si fa notare Sex Excess, in combutta coi Thelema. Quelle dei Limbo erano costruzioni su melodie spettrali, assalti improvvisi alternati a silenzi macabri in un tessuto di synths, rumori e quella voce: malata, ossessiva, parossistica e maledettamente evocativa (a volte quasi dalle parti di Peter Murphy). Veniali ingenuità incluse, certo, eppure non credo si rischi l'agiografia ricordando (cosa a cui provvede Guglielmi nelle note interne) che questi primi-Ottanta d'italì erano giorni sì di mode vacue (d'altronde quelle forse non moriranno mai) ma anche di creatività ed entusiasmo... e dovrà pur esserci un motivo se proprio quel periodo - che molti considerano superficialmente appena pionieristico - continua a rivelare pepite mancanti, dimostrandosi ancora generosa fonte d'Ispirazione per alcuni dei progetti più interessanti in circolazione, spesso assai meno eccitanti del prototipo. Anni in cui pare alcuni pazzoidi si facessero chilometri per vedere il gruppo di cui aveva parlato Rockerilla. Evidentemente eravamo ancora lontani dall'epoca in cui i voti dei proni recensori sarebbero stati 7 e 8 per qualunque idiozia. Amarezza inevitabile per le sorti di uno dei tanti gruppi che, tanto per cambiare, non ha avuto che un granello di ciò che meritava, ma almeno c'è chi oggi ha fatto attivamente qualcosa per non lasciar andare perse queste canzoni. Complimenti anche a Diego / D Loop per il lavoro di remastering dei CD, aspettiamo dunque il secondo volume, che tolga alla polvere e ai collezionisti anche i lavori successivi.