MAGGIO '8o
Ho avuto in casa per mesi il dvd di Control del caro Vignali. L'ho visto quattro volte. La prima con la stessa scarsa compostezza di 13 anni fa; nell'afa di una fortunata escursione in centro insieme a un mio compagno di band, riuscii a trovare una copia del libro "Touching From A Distance" (da noi "Così vicino, così lontano") biografia ad opera dalla moglie di Ian Curtis, Deborah. Più che sui Joy Division è un film sulla crisi matrimoniale di una coppia di giovani, spaesati e forse invecchiati più rapidamente del dovuto. Poteva essere un bel film, Control. Qualche inutile considerazione: Sam Riley è perfetto (provare per credere con l'originale apparizione su Granada TV). Gli altri 3 forse un po' meno, almeno fisicamente, ma comunque ok. Bello che suonino live e anche il taglio 'fotografico'. Manca quello che mi aspettavo ci sarebbe stato da chi li aveva conosciuti così bene. Particolari. Accumulo di particolari. Cose che un qualunque fan dei Joy Division a ragione poteva aspettarsi. Tolta qualche grossolana e forse inevitabile caduta "rock", più da film sui Doors che sui Joy Division, ci sono immense zone d'ombra. I pezzi sono già belli e fatti quando li suonano, del prima non è che se ne dica granchè. La discussa copertina di "An ideal for living", realizzata da Bernard Sumner, viene liquidata con un 'thought-provoking'. E così via. Ma il colpo di grazie è sul finale, desolante, come era ovvio fosse. Dopo le ultime note di Atmosphere nella versione originale, arriva un penoso gruppetto moderno a rovinare tutto durante i titoli di coda, anzichè un decoroso silenzio. Mi piacerebbe poter chiedere a Corbijn il perchè di un gesto così sconsiderato. Ma tutto sommato preferisco dimenticare in fretta. O, all'eventuale quinta visione, abbassare l'audio per tempo.
domenica 31 maggio 2009
Pubblicato da A_ alle 5/31/2009