giovedì 2 aprile 2009

COLD PHOENIX - Your Eyes Are My Eyes [6 TrX CD - 29'.oo'' Airplane - 2oo9] Cold Phoenix. 4 diciannovenni del 1985, a Bologna. Qualche concerto, un' apparizione alla Rai e poi niente, fine. E nessuna eco finora. Eppure, il loro unico ep, proprio in questi giorni torna alla luce dai master originali, con l'aggiunta di 2 ottime bonus tracks (Stop Just A Moment e The Greatness Of Love) in tiratura limitata a 500 copie confezionate in un digipack 6 pannelli, distributore ufficiale Mannequin. A me danno ancora una certa emozione questo genere di cose. Tanto più che osservando i loro sguardi seri, le capigliature e i testi, perfettamente "dentro" l'epoca, sarei portato a supporre che questa band doveva significare la loro vita, o quasi. E la conferma è nell'ascolto del materiale: di un'onestà, e di una freschezza, disarmante. Saranno state di certo la giovane età dei componenti, l'entusiasmo del momento o chissà che altro ancora, ma l'eccitazione per i suoni e per il mood di Cure e Joy Division (o per l'idea di farli propri e di fargli raccontare l'inquietudine dei propri giorni) è davvero tangibile. Stonehenge, per esempio, se non fosse per le chitarre sature sembrerebbe essere nata proprio da ripetuti ascolti di 17 seconds. Altrettanto aggressivo il riff d'attacco di Sensation che tende però a farsi via via più ombrosa e opprimente. La Fleur Du Destin, più sintetica al sapor di Roland TR-606. Ma è stata la melanconia di Binding Me To Dream a conquistarmi subito. Davvero un disco ai livelli della migliore coldwave francese prodotta nel medesimo periodo. Sul loro myspace solo qualche preview, ma sono certo che basteranno, e che molti di voi vorranno ascoltare il resto.