THREE SECOND KISS - Long Distance [9 trx CD - 33'.31'' - Africantape / Goodfellas- 2oo8]
Per chi era adolescente nei primi '9o e cominciava a bazzicare l'underground italiano, quello dei 3SK era un nome quantomeno "caldo". Quanto Uzeda (ovvero mamma e papà del nuovo batterista Sacha Tilotta), o la Underground Records di via Malcontenti a Bologna, o la fanzine Itself. Oggi magari potrebbe essere fonte di nostalgia e/o tenerezza per quell'età in cui ci si eccitava facilmente, un po' come potrebbero darla le pubblicità dei primi telefoni erotici. 5 anni di silenzio, ed eccoveli di nuovo. Niente sorprese particolari (e perchè aspettarsele?), a partire dal fatto che ancora una volta in sala regia siede Steve Albini, a "catturare i suoni", semplicemente la nuova testimonianza del cammino imperterrito del trio. Che però, mi preme ricordarlo, è anche anni di palchi e sudore, e non solo amici famosi. La compattezza della proposta, l'egemonia della Chicago-male, le dinamiche e gli avvicendamenti strumentali li conoscete già. Un suono rude e mentale di asperità sbattute a brutto muso, vortici chitarristici, straniante parlato/urlato, agglomerati batteria e basso che dialogano allo sfinimento per poi ficcarsi in vicoli ciechi. Guess You Bless This Mess, You Are The Music, This Building Is Loud, V Season, per dirne alcune: sempre di disparità e matematico posthc si tratta. E se la mezza delusione di chi -1o anni dopo Everyday, everyman- poteva aspettarsi rinnovamenti più radicali può anche non sembrare poi strana, segretamente a me non dispiace del tutto la cocciutaggine con cui i tre lavorano ancora sul suono del già lontanissimo decennio di Brenda Walsh, e sembrano proprio non riuscire a vedere oltre quello... almeno ora, che è così tremendamente fuori stagione.
domenica 8 febbraio 2009
Pubblicato da A_ alle 2/08/2009