GERDA - Cosa dico quando non parlo (7 TrX CD - 27'.44''- Wallace + Shove + DonnaBavosa + Sons Of Vesta + Concubine - 2oo7) Guardando le case fotografate in copertina viene quasi da chiedersi se le tragedie narrate in questo disco si siano consumate proprio nell'anonimato di in una di esse. Magari in solitudine, nella quiete della desolazione estiva. "Cosa dico quando non parlo" rinforza quanto già detto dai Gerda nell'omonimo debutto - superandosi addirittura, riuscendo ad acuire violenza e una tristezza piena d'odio. Cosa devo fare - scarica improvvisa. Vedersi - onde su onde che scavano. Vendicare questo orrore - fiotto di sangue caldo, efferatezze di casa Breach, catarsi che porta al tracollo. E così via, gretti e abrasivi, 7 frantumi impregnati di dolore. Non contenti di aver fatto andare tutto in mille pezzi, ora di quei frantumi ne fanno poltiglia. Istantanee di momenti in cui il dolore e l'insofferenza è veramente troppa, anche per scherzarci un attimo. Questo senza ombra di melodramma: ogni tentazione è scongiurata da un (post) hardcore omicida che mette a punto la sua poetica precisa, una disperazione molto poco irregimentata. Capisco possa anche non piacere (anche se le motivazioni addotte in alcune recensioni che ho avuto la sventura di leggere dovrebbero spingere gli autori a infliggersi la fine di Majakovskij) e che laccio il Neurosis / Raein ogni tanto tiri, ma poche storie, è un disco che stordisce ancora una volta grazie all'egregio lavoro svolto nel tirare fuori l'impossibile dagli strumenti (il bassista proviene degli altrettanto feroci Sedia - purtroppo disciolti, ma trovate sempre su Wallace il loro lascito). Dimostrazione inconfutabile di come si possa coniugare cuore, violenza emotiva (ma pur sempre violenza) e cervello. E quando il rumore cessa di colpo, è come se quella stessa casa fosse stata abbandonata per sempre. Magari dopo la fine di una storia e senza alcun ritorno plausibile all'orizzonte. O forse sì, ma solo per fare tutto a pezzi.