MORRISSEY - Years of refusal [12 tx CD - Decca -.- 2oo9] Una delle cose che davvero fa sentire il passare del tempo è non provare quasi più trasporto per gli artisti che più di tutti sapevano emozionarti. E per me gli ultimi mesi sono stati davvero tragici in questo senso. Sarà che si cambia, sarà che loro emulano se stessi, sarà che è gente fredda, sarà che non c'è il mare a Praga. Eppure è sempre difficile essere obiettivi quando ci sono di mezzo certi affetti. Beh. Steven è stato il mio mentore per diversi anni cruciali, e - a differenza mia - non credo cambierà mai. Ha appena spento le sue prime 5o candeline, eppure canta ancora cosette come "nobody needs my love", I'm ok by myself e via di questo passo. Pare essersi un po' riappacificato coi suoi "younger/darker years", e -da quanto cantava negli ultimi dischi- aver scoperto (o apprezzato) le gioie del sesso. Ma non sembra essergli bastato. E' sempre pronto ad intristire la festa, e a suo tempo gli ero grato per questo. In questo nuovo album dalla discutibile copertina si respira un po' la stessa aria degli ultimi due lavori, ossia un buon Rock Inglese - quello di cui è stato lui stesso a forgiare le coordinate - elegante e âgé, lirico ma abbastanza tirato (l'iniziale Something is squeezing my skull) e una volta esserci messi il cuore in pace e realizzato che nè Viva Hate nè Vauxhall and I torneranno (ma forse nemmeno Your Arsenal) si può comunque godere di queste nuove canzoni, che ancora una volta allineano vizi e virtù degli ultimi anni di Moz: qualche momento di noia, e poi improvvise scintille; pesanti ripetizioni delle sue tematiche di sempre e capacità di commuovere ancora, magari senza motivi apperenti (It's Not Your Birthday Anymore , You Were Good In Your Times... che colpi bassi!). Quando ho sentito il singolo I'm throwing my arms around Paris ho pensato che fosse carino ma un po' debole. Dopo aver sentito il resto mi sono reso conto è tra le offerte migliori dell'album. Album che comunque, va detto, non offre nemmeno un singolone all'altezza di You have killed me o First of the Gang to Die - giusto per parlare delle sue cose più recenti. E' questo il dramma: sono spesso canzoncine graziose ma dispersive che non si sa bene dove vogliano andare a parare, e comunque lo fanno senza troppa verve. E non voglio tirar fuori sempre la solita storia di quanto si avverta la mancanza di Johnny Marr : Morrissey ha fatto ottimi dischi anche da solita e queste canzoni sarebbero anche state belle B-sides, 10/12 anni fa - ma messe di fila non fanno (più) niente di particolarmente memorabile, e a volte paiono semplici pretesti cuciti sui vezzi della sua voce - quella sì ancora unica ed indiscutibilmente magica. Insomma non è che sia proprio accio, meglio di tanto altro dalla perfida Albione, e noi gli vogliamo sempre bene, ma... meglio non pensare a Bona Drag. Ciò non toglie che spero di andarlo a sentire in concerto l'estate prossima e Cristo, non so, può essere pure che se lo incontrassi lo abbraccerei in crisi isterica e forse gli chiederei: " Excuse me, are you Morrissey? " O forse no.