giovedì 21 maggio 2009

VINCINO - IL MALE 1978-1982. I cinque anni che cambiarono la satira -159 pg - Rizzoli Proprio in tempi recenti, la libertà di satira è tornata tristemente alle cronache, ricorderete. Col solito stile grossolato e ottuso se ne sono impicciati vari "giornalisti" (leggi reggimicrofono) nonchè - ovviamente - tanti sedicenti "onorevoli", che non vedevano l'ora di aprire la fogna ai microfoni uniti del loro codazzo di camerieri, sempre contenti di servire il monarca. Lo stile biforcuto di questa gentaglia impone, al solito, la divisione dei compiti: qualcuno decide chi può parlare chi no, qualcun altro presenzia alla trasmissione televisiva x per dire "non condividevo, ma per caritaaa', per me tutti devono poter parlare". Gran cosa il pluralismo, insomma. Finchè non dici quello che non puoi, ovvio. Ecco, verrebbe da chiedersi quanto durerebbe, oggi, un giùrnalet come Il Male (o Frigidaire, ecc ). Oggi che Tv e giornali vomitano tutto lo scibile dello schifo: piduisti apprendisti-muratori, prostitute mancate (per caso o maggiore intraprendenza) camorristi e decerebrati di ogni sorta, gran figli di una gran puttana nana. Oggi, che comunque tutto ciò tutto ciò sortisce a malapena un blando, fugace interesse, prima che -un paio di canali dopo- ci si ritorni ad occupare di cose davvero meritevoli, tipo quella poveretta che si è fatta rifare le tette venti volte. Parliamo di cose serie. Le finte copertine del MALE lo sono molto più di quelle che vedete esposte in edicola. Uscivano che si parlava di strategia della tensione e gli yuppies di merda si facevano largo tra eroina e P38. Alcune cose sono rimaste pari pari com'erano allora e si sono incancrenite finendo col diventare abitudine. Ad esempio, c'è una vignetta su Kossiga, "Kossiga: Non ce lo togliamo più dai coglioni", e in effetti è stata profetica nella sua sciagura. Sui giornali Kossiga parla ancora a vanvera, ma tutti lo trattano come un qualunque vecchietto rincoglionito, anche se un annetto fa è stato capace di dare consigli di macelleria e infiltrazioni - come da antiche tradizioni insomma, si è sempre saputo, ma è normale che sembri normale? Eppure. Il passato qui non passa mai. Più sana allora una fuga psicotica con Vincino, Pazienza, Liberatore e gli altri _ quando almeno c'era qualcosa di cui parlare. Con una schiettezza degna della più pura pornografia, questa Pop art al veleno non risparmiava nè Woitila nè Berlinguer e ci ha regalato pagine entrate nella memoria collettiva. Pesantissime (tipo quelle su Moro 'Scusate abitualmente vesto Marzotto') ed esilaranti ('Basta con la DC') e poi la più indimenticabile di tutte: Ugo Tognazzi capo delle BR (3 Maggio 1979). Non il volemose bene del 'castigat ridendo mores', piuttosto il bisogno primario del bimbo di dovere mettere alla berlina sia il vizio che la maschera. Sfogliando le pagine troviamo così tanti loschi personaggi, ancora attivi o sostituiti da degni eredi: tutti prodotti (fecali) di un paese, il nostro, che tra censure e autocensure - infiltte in maniera più o meno morbida, è ormai ridotto allo stadio terminale della demenza. Costa 22, 9o euri ma, anche per questo, li vale tutti.