mercoledì 26 novembre 2008

ROME - Masse Mensch Material [12 TRX CD - 46'.23'' - Cold Meat Industry - 2oo8] Tra gli amati del folk in grigio, il lussemburghese Jerome Reuter è stato assurto fin troppo rapidamente a ruolo di autentica star, e alle sue gesta musicali affidate in qualche modo la speranze di un piccolo rinascimento, quanto mai auspicabile e salutare per un genere - neofolk/martial/industrial - da tempo immemore, immobile. Sulle scene da poco più di due anni, ha visto crescere un consistente interesse di ascoltatori e stampa. Tante luci addosso che sembrano comunque meritate, specie se questa vera o presunta "responsabilità" contribuisce a portare così intensi risultati. Autore quanto mai prolifico, il nostro arriva ora al terzo capitolo -quarto se si conta l'ep 'Berlin' - e a garantire è sempre la CMI. Ideale colonna sonora per una caduta degli dei osservata con distacco e senza grande stupore, è proprio in questo -più che 'Nera' e 'Confessions D'un Voleur D'Ames' - a trovare la più felice armonia il melange tra la lezione imprescindibile dei Neubauten, le acustiche apocalissi di Tibet & co., e un pop di derivazione wavish che brilla solo di luce propria. Ora l'impronta si è fatta più adulta e Der Blutharsch e Death in June sono solo linee guida da cui non farsi più soggiogare per eccesso di reverenza. Dopo l'overture di Sonnengötter, apre la minacciosa Der Brandtaucher - solo una delle molte anime del progetto (Das Feuerordal, Wir Gotter Der Stadt, Die Nelke, Kriegsgötter, Der Erscheinungen Flucht, Neue Erinnerung) sempre in bilico tra severità postindustriali/marziali e le tentazioni più arrese/cantautorali della parte centrale. Man mano che il disco procede pare liberarsi anche degli stilemi più classici del genere, suonando in qualche modo già classico a sua volta. In conclusione: una più che decorsa riuscita della difficile terza prova, e un efficace dosaggio di personalità e rigore formale. O anche, un epilogo come tanti, consumato sullo sfondo delle poche, ultime, rovine mittleuropee.